venerdì 14 novembre 2014

Le festività


















Ogni religione ha delle feste diverse. Andiamo a studiare le varie festività in ognuna delle religioni più diffuse.






CRISTIANESIMO:


  • La festa del Natale, la quale celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio, che si fa uomo nel grembo di Maria, per portare a compimento le promesse di Dio fatte ad Abramo e ai profeti dopo di lui.


  • La festa della Pasqua, la quale celebra la risurrezione di Gesù che realizza la salvezza degli uomini dal peccato e dalla morte.


  • La festa di Pentecoste, la quale celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria, la mamma di Gesù, e sugli apostoli che trovano così il coraggio di annunziare a tutti gli uomini il Vangelo di Gesù.















EBRAISMO:







  •   La festa più grande degli ebrei è la Pasqua, PESACH, che viene celebrata quasi nello stesso periodo di quella cristiana; non commemora solo la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto, ma è «memoria» che rende attuale la liberazione oggi per ogni pio israelita. Nelle case si tiene un pasto speciale detto seder= ordine.


  • La festa del Capodanno,  ROSH HASHANA, si celebra il 1° Tishri (settembre-ottobre). E l’anniversario della creazione e inaugura il periodo in cui Dio giudica l’operato degli uomini nell’anno appena trascorso; tutti sono chiamati a rendere conto del creato affidato alle loro cure. Gli ebrei si salutano reciprocamente: «Possa tu essere iscritto e segnato per un buon anno». La festa adombra anche il futuro verso il quale si muove tutto il creato. Durante il culto solenne si suona lo shofar (corno d’ariete) il cui suono proclama l’inizio della redenzione messianica di Israele e dell’umanità. Siamo nel 5758 al sett. ‘96.


  • La festa dell’Espiazione KIPPUR. Viene celebrata il 10 di Tishri ed è un giorno di pentimento e di espiazione per le impurità del popolo, della nazione e dei singoli fedeli. Il gran sacerdote, con un complesso rito espiatorio, offre sacrifici per la purificazione sua e del popolo dalle impurità e dai peccati, pronuncia, l’unica volta nell’anno, il nome di Dio (Jhwh), ed entra, l’unica volta nell’anno, nel «Santo dei Santi» del tempio per offrire il sangue e l’incenso. Si ritiene che a Kippur Dio decida i destini degli uomini secondo il loro pentimento.


  • La festa delle Capanne o tende SUKKOTH.
    Si celebra alla fine della vendemmia per ringraziare Javè dei suoi doni generosi. Inizia il quindici di Tishri (settembre-ottobre) e dura sette giorni. Vi è l’usanza di agitare verso i quattro punti cardinali il frutto del cedro e i rami della palma, del salice e del mirto, e di recitare Salmi. I rami vengono portati poi in processione verso la sinagoga. Secondo la tradizione giudaica, rappresentano gli uomini di ogni razza uniti in collaborazione. Le capanne dal tetto di rami o di paglia, nelle quali si consumano i pasti durante la festa, ricordano l’amore costante con il quale Dio assistette gli Israeliti nel deserto. La capanna della festa è stata sempre considerata un simbolo della capanna divina sotto il cui tetto saranno, un giorno, radunati tutti gli uomini. La nota gioiosa della festa è determinata dallo studio della Torah. All’ottavo giorno termina, e ricomincia, la lettura annuale del Pentateuco.


  • La festa della consacrazione HANUKKAH. Di origine post-biblica, fu istituita per ricordare la vittoria degli ebrei contro i dominatori della Siria nel 165, quando Giuda Maccabeo liberò Gerusalemme, ripulì il tempio da ogni contaminazione, riaccese il sacro candelabro e ristabilì il culto del vero Dio. Si celebra, con l’accensione progressiva di otto luci, il 25 Kislev (dicembre).


  • La festa del PURIM. Ha i caratteri profani tipici del capodanno persiano (con feste di tipo carnevalesco, sospensione della vita normale, interruzione del potere costituito, elezione del re Carnevale...), ma è anche la commemorazione della vittoria di Israele grazie alla donna-eroe Ester. La casa viene illuminata in modo particolare. Si legge il libro di Ester e nelle famiglie è occasione di incontri, banchetti, mascherate. Viene celebrata nel periodo di febbraio-marzo.




INDUISMO: 



       






Numerosissime sono le feste e i pellegrinaggi soprattutto negli alti luoghi santi (Bénarès, Hardwar, Gaya,
Prayag...) e nei diversi templi del paese.
“L’anno indiano é diviso in feste che corrispondono alle stagioni:

  • Anno nuovo primo giorno dell’anno.


  • Festa del Pongal a metà gennaio, raccolta del riso nel sud dell’India. Si festeggia il primo raccolto dell’anno. Unica festa induista che segue il calendario solare.


  • Festa di Holi fine marzo, primavera nel nord dell’India.


  • Festa di Ganesha in settembre nel sud. Festività dedicata alla divinità che viene invocata prima di intraprendere una nuova attività, un nuovo viaggio, un nuovo lavoro, un rito, ecc. Molto presente nella religiosità popolare.


  • Festa di Dussehra settembre-ottobre, fine dei monsoni.


  • Festa di Diwali, ottobre-novembre, festa della luce nel nord. Si festeggia l’arrivo della dea Lakshmi, dea dell’abbondanza nel duplice senso di spirituale e materiale. Dato che non c’è distanza tra lo spirituale e il temporale, la vitalità della fede religiosa si accorda con la celebrazione esuberante della vita".


Nella cultura dell'induismo, che è molto complessa ed articolata, vengono a coesistere diversi sistemi di calcolo del tempo e svariati calendari legati a differenti tradizioni religiose, tradizioni spirituali e culti di appartenenza.
Questa molteplicità di punti di vista crea conseguenti differenze nelle date dell'inizio di ogni mese, nelle date delle varie ricorrenze e nella loro durata, differenze linguistiche nei nomi dei giorni, nei nomi dei mesi, nei nomi delle festività, differenze nel giorno settimanale ritenuto più sacro.

RIPORTIAMO DI SEGUITO IL CALENDARIO 2014 Kaliyuga anno 5115




                 




BUDDISMO:





  • Il Vesak è la festività più importante del buddhismo ed è la festa comune a tutte le tradizioni. Si celebra il giorno della nascita, dell’illuminazione e della morte del Buddha. Buddha, secondo la tradizione buddhista, sarebbe nato nel giorno di luna piena del mese lunare del Vesak (il secondo mese del calendario buddhista, precisamente il quindicesimo giorno di questo mese), il 623 a.C. Sempre secondo la tradizione, nello stesso giorno avrebbe ottenuto l’illuminazione (all’età di 35 anni) e nel medesimo giorno (nell’anno 543 a.C.) all’età di 80 anni sarebbe avvenuto il maha-pari-nibbana (la grande estinzione definitiva, la morte del Buddha). L’anno della morte del Buddha, il 543 a.C., è anche l’anno da cui inizia il calendario buddhista (il corrispettivo quindi del nostro anno 0).                Il mese lunare di Vesak coincide col periodo che va dalla seconda metà di aprile alla prima metà di maggio.Essendo il calendario buddhista lunare e il nostro solare, naturalmente non c’è una perfetta coincidenza e ogni anno il giorno della celebrazione del Vesak, nel calendario gregoriano muta. Comunque, secondo l’accordo firmato dallo Stato italiano e dall’Unione Buddhista Italiana, in Italia viene celebrato l’ultima domenica di maggio, ogni anno in una città diversa.                            « Molte feste legate a eventi della vita del Buddha si osservano in numerosi paesi secondo calendari e conmodalità diverse in ciascuno di essi ». (Dizionario delle religioni, Buddismo, p.296)




ISLAMISMO:









Sono quattro le principali feste religiose dell’Islam, anche se non tutte ugualmente importanti:


  • ‘Id al-Adha, la Grande Festa, (detta anche ‘Id al-Qurbân o al-‘Id al-kabîr) è la festa che commemora il sacrificio di Abramo, ha luogo il 10 del mese di Dhû-l-Hijja (12˚ mese lunare durante il quale ha luogo il pellegrinaggio alla Mecca secondo un rituale immutabile). In questo giorno si sacrifica per lo più un montone e lo si condivide nel seguente modo: 1/3 con la famiglia, 1/3 con gli amici, 1/3 con i bisognosi.
  • ‘Id âl-Fitr, detta anche la Piccola Festa, la festa della “rottura del digiuno” di Ramadân, ha luogo il primo giorno del mese di Shawwâl. In questo giorno si ripete spesso il “takbîr” : Allah akbar (Dio è il più grande/Dio è grande), si dà l’elemosina ai poveri prima della preghiera (salât al- ‘îd) che si recita molto presto al mattino.
  • “Al-Mawled al-nabawi”: la Natività del Profeta. Si celebra 71 giorni dopo l’inizio dell’anno dell’Egira, il 12 di Rabî’ al-Awwal. Festa popolare, ma di probabile imitazione del Natale cristiano.
  • ‘Ashûrâ: festa del “Decimo Giorno”, come indicato dal nome, perché si celebra il 10 di Moharram, il primo mese dell’anno dell’Egira. Di importanza particolare per gli sciiti per i quali è il punto culminante del lutto collettivo in memoria del martirio di Hossein a Karbalâ’ (Iraq), il cui pellegrinaggio mobilita milioni di fedeli.










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